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Io sono Matteo Bannò, ho passato la maggior parte degli ultimi dieci anni a navigare nelle acque tumultuose e imprevedibili dei social media, guidando imprenditori, agenzie e aziende attraverso la tempesta digitale. La mia bussola? Esperienza, competenza e un pizzico di sana follia. In questo viaggio ho scoperto alcune verità sorprendenti e smascherato numerosi miti. Ecco cosa ho appreso.
Come consulente strategico in social media marketing, ho visto abbastanza clienti che considerano, erroneamente, i social come un’isola deserta in cui lanciare bottiglie piene di messaggi promozionali, sperando che qualcuno le raccolga. Niente potrebbe essere più lontano dalla realtà. I social media nel 2025 non sono una giungla da esplorare alla cieca, ma un ecosistema complesso da comprendere e rispettare.
Uno degli errori più comuni che ho riscontrato è ignorare il fatto che i social media non sono tutti uguali. LinkedIn non è Instagram, come TikTok non è Twitter. Ogni piattaforma ha il suo linguaggio, i suoi utenti, le sue regole non scritte. Ecco un esempio concreto: un mio cliente insisteva nell’utilizzare lo stesso tipo di contenuto su tutte le piattaforme. Il risultato? Engagement basso e frustrazione alta. Quando abbiamo iniziato a creare contenuti specifici per ogni piattaforma, l’engagement è schizzato alle stelle.
Altro mito da sfatare: i social media sono un gioco da ragazzi. Niente di più sbagliato. Dietro ogni post, ogni storia, ogni tweet, c’è una strategia, un’analisi dei dati, un monitoraggio costante. Non basta essere “creativi” o avere una buona intuizione: serve conoscenza, aggiornamento continuo, capacità di adattamento. E qui entra in gioco il mio ruolo.
Negli ultimi anni, ho affiancato un imprenditore nel lancio di un nuovo prodotto. Aveva investito una fortuna in una campagna Facebook, senza però ottenere i risultati sperati. Il problema? Non aveva definito un target preciso, né identificato gli obiettivi della campagna. Una volta rivisto tutto, i risultati non si sono fatti attendere.
Un altro grande equivoco riguarda i numeri. Molti clienti pensano che più follower si hanno, più si è di successo. Non è così. L’obiettivo non è avere un mare di follower, ma costruire una comunità di utenti interessati, coinvolti, fedeli. Meglio mille follower che interagiscono, che un milione che ignorano i tuoi post.
In conclusione, i social media nel 2025 sono un campo di battaglia in cui vince chi ha la strategia migliore, non chi urla più forte. E come ogni battaglia, richiede preparazione, conoscenza, adattabilità. Per navigare in queste acque, serve un bravo pilota. E io sono qui per questo.

